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Migliorare le relazioni tra lo staff

I conflitti sul posto di lavoro sono almeno in parte fisiologici. Il lavoro ha a che fare col mettere insieme competenze, idee e persone diverse tra di loro, che il più delle volte non si scelgono. Lavorare è un’attività ad elevata densità relazionale e i risultati che si producono sono frutto di scambi, comunicazioni, emozioni, influenzamenti reciproci. Nei casi migliori la tensione generata dalle differenze è contenuta entro livelli accettabili e generativi. Altre volte la tensione genera un conflitto tra colleghi insano, che sottrae energia e lucidità e talvolta fa ammalare.

 

Non colpisce tutti allo stesso modo: qualcuno è più vulnerabile di altri. Ciò vale ad esempio per le persone più sensibili o per chi fatica ad esprimere le emozioni o non sa gestirle in modo adeguato. Ci sono poi momenti della vita in cui si è più fragili o in ansia o depressi e quindi inevitabilmente più ed esposti alle conseguenze negative delle dinamiche conflittuali al lavoro.

Quali sono le cause dei conflitti sul posto di lavoro?

Spesso i motivi per cui ci sono conflitti tra colleghi rientrano in una di queste casistiche:

  • poca chiarezza di compiti, ruoli e responsabilità dovuta ad incompetenza di chi dovrebbe organizzare il lavoro o ad una insana intenzionalità (divide et impera);

  • cattiva gestione da parte del capo, che molte volte non è capace a gestire il suo team, in particolare riguardo agli aspetti di clima e relazione;

  • immaturità del gruppo o ipercompetizione e assenza di un metodo di lavoro comune e di “gestione delle crisi”;

  • comportamenti scorretti o patologie individuali da parte di alcuni membri del gruppo, non contenute dall’organizzazione e dei ruoli deputati a farlo (capo e funzione del personale in primis);

  • pressione operativa, velocità e carichi di lavoro eccessivi che generano ansia, stress e una lotta di tutti contro tutti per la sopravvivenza;

  • meccanismi di difesa psicologici, come ad esempio la ricerca del capro espiatorio o della vittima, talvolta preludio di fenomeno di mobbing (più o meno ricnosciuti).

Conflitti sul posto di lavoro: come affrontarli e risolverli

Il mio tipo di intervento per gestire le relazioni e i conflitti sul posto di lavoro varia a seconda che la richiesta arrivi dall’azienda o dal manager del team oppure da una persona del gruppo, in via privata e senza interpellare l’azienda.

 

Nel primo caso solitamente avvio un percorso di coaching manageriale col capo e di coaching di gruppo con le persone del team, dopo averli prima ascoltati nel corso di brevi interviste individuali. Prevedo inoltre delle sessioni di dialogo manageriale in cui aiuto il manager e il suo team a dialogare sui temi e problemi via via emersi.

Nel caso invece in cui sia la singola persona a chiedermi una consulenza, il mio intervento è spesso sul versante del coaching psicologico finalizzato a progettare e allenare comportamenti e azioni di cambiamento. Altre volte valuto l’opportunità di un percorso psicologico breve che consenta alla persona di ristabilire uno stato di salute e lucidità funzionali allo stare al lavoro e a mettere in pratica una serie di “strategie” per sostenere e gestire il conflitto sul posto di lavoro.

In alcuni casi, come ho più sopra accennato, il conflitto al lavoro entra in risonanza con alcune fragilità personali, legate alla propria storia ed esperienza di relazione.  La persona può scoprire che la sua difficoltà si mostra al lavoro ma ha radici più estese e riguarda anche altre relazioni e contesti in questi casi si propone un percorso psicologico.

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